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    Simone è uno degli alfieri del concetto di &#8220;copyleft&#8221; in Italia e si occupa da anni, con discreto successo, di &#8220;evangelizzare&#8221; (nel senso anglofono del termine) in tema. Con uno stile divulgativo, ma preciso, la sua opera è consigliata sia a principianti che a esperti nel campo legale. Molto spesso il concetto di &#8220;copyleft&#8221; è erroneamente associato a fenomeni di rifiuto del sistema del copyright (invece ne è una realizzazione avanzata) o a fenomeni politici (equivoco generato dalla parola &#8220;left&#8221; = &#8220;sinistra&#8221;). Invece il copyleft (e più in generale il Software Libero, di cui è una categoria) è il motore giuridico di una rivoluzione distributiva e tecnologica, un evento distruttivo in senso shumpeteriano che ha svelto l'immobilismo anticoncorrenziale in molti campi, dai sistemi operativi (GNU/Linux) ai browser Internet (Mozilla Firefox) ai sistemi di produttività per ufficio (Openoffice). Il copyleft, in tale ambito, svolge il ruolo di difensore delle libertà del codice dalle possibili proprietarizzazioni di ritorno, ma consente allo stesso tempo strategie imprenditoriali di successo basate su modelli alternativi.
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    Le licenze <a href="http://www.creativecommons.it">Creative Commons</a> realizzano (in alcune, non tutte, loro estrinsecazioni) il concetto di copyleft, &#8220;<em>some rights reserved</em>&#8220;, nel campo dei contenuti artistici. Sapere utilizzarle approriatamente è fondamentale per non avere soprese poi. Come tutti gli strumenti potenti, anche le Creative Commons vanno utilizzate sapendo quali sono i risultati sperabili e quali opzioni sono disponibili.
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    Invito alla lettura dell'opera e, per chi preferisce una versione cartacea, all'acquisto di una copia nelle migliori librerie. Il costo sembra del tutto contenuto.
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